La CRI realizza interventi volti a rendere possibile a ciascun individuo di raggiungere il massimo delle proprie potenzialità, di vivere con dignità una vita produttiva e creativa, sulla base delle proprie necessità e scelte, pur adempiendo i propri obblighi e realizzando i propri diritti.
Persegue questo obiettivo mediante la pianificazione e implementazione di attività e progetti volti a prevenire, mitigare e rispondere ai differenti meccanismi di esclusione sociale.
Nell’ambito delle attività sociali, a cavallo con le attività della gioventù, la Croce Rossa, svolge attività di animazione per i piccoli pazienti ospiti del nosocomio cavese: all’interno del reparto di pediatria è presente una ludoteca attrezzata dagli stessi volontari cri e da un’altra associazione, dove sono presenti giochi, colori, palloncini.
I Giovani Volontari sono impegnati tutti i weekend di norma il sabato pomeriggio dalle h. 16.00 alle h. 18.30 e qualche volta la domenica mattina dalle h. 09.00 alle h. 12.00: i Volontari debitamente formati, cercano di distrarre e alleviare la degenza dei giovani ospiti del reparto pediatrico con tutto il loro entusiasmo coinvolgendoli in attività ludiche e musicali.
L’obiettivo dei giovani CRI, è quello di portare un po’ di colori, spensieratezza: musica, disegni, colori a tempera, colori per le dita, colori per il viso con cui i bambini diventano ciò che vogliono, esprimono il proprio essere, la propria creatività.
Portiamo distrazione, con marionette e favole animate, in cui i bambini diventano protagonisti: biancaneve, in alcuni casi, i tre porcellini, in altri.
La difficoltà sta nel capire gli interessi del bambino: con i più grandi si parla di sport, di cinema, di scuola. Con i più piccoli si gira con il passeggino per l’ospedale, si fanno puzzle, si cucina. E quando si tratta di neonati, la nostra attenzione si focalizza sulle preoccupazioni dei genitori.
Siamo presenti ad ogni festa: a carnevale con maschere da colorare e poi indossare, a Pasqua con ovetti, a Natale con Babbo Natale che porta i suoi doni, alla befana con caramelle e così via.
Ogni anno la croce rossa cavese, inoltre, si occupa inoltre di aggiornare, e ripristinare la ludoteca, aggiungendo nuovi giochi e colori.

La Clownerie

 

1. Chi è il Clown e chi è l’Animatore?

Il Clown è un operatore specificamente formato nell’applicazione (quindi nella terapia)
della cosiddetta “Scienza del Sorriso” che studia ed applica il ridere e le emozioni positive nei contesti di disagio attraverso l’utilizzo di tecniche artistiche, come ad esempio l’improvvisazione, e attraverso l’utilizzo di strumenti specifici come, ad esempio,  la giocoleria e la micromagia. L’obiettivo del Clown è rompere gli schemi, introducendo le persone coinvolte in un ambiente magico, in cui la risata si fa strumento di gioia e sicurezza, incoraggiando al dialogo, quale forma essenziale di interazione e legami.

L’animatore è un operatore  che attraverso la sua fantasia, creatività e allegria si occupa di far fare e far esprimere le persone alle quali si rivolge. L’obiettivo primario dell’animatore è  il divertimento attraverso il coinvolgimento attivo e strutturato delle persone alle quali si rivolge. L’animatore non è solo una figura che intrattiene, ma anima e promuove attività creative che concorrono a favorire e ad aumentare il campo delle esperienze del fruitore. Egli, infatti, è
chiamato a dotarsi di competenze tecniche: d’animazione, di conduzione di gruppi e di tipo organizzativo.

 2. Tipologia dell’intervento nei reparti di Pediatria

clown entra nei reparti con l’intento di spezzare la routine ospedaliera. Egli compie un intervento mirato a cambiare le emozioni dei degenti attraverso un coinvolgimento empatico e attivo. Per cambiamento delle emozioni, s’intende la trasformazione delle stesse da negative a positive. E’ da sottolineare che questo cambiamento positivo non avviene necessariamente attraverso la risata, ma può avvenire anche con un abbraccio, con una mano da tenere stretta e anche attraverso il pianto. Infatti, all’interno dell’intervento del clown, viene sempre proposta una “metafora terapeutica”, diversa a seconda del target, che porta a trasformare le emozioni rendendole positive. Il suo intervento ha come obiettivo principale quello di ascoltare il “clima” della stanza/del reparto, per poi agire empatizzando con i degenti, con il nucleo familiare degli stessi e con lo staff medico. Il clown opera sempre almeno in coppia, se non anche in 3.

L’animatore entra nei reparti con l’intento di far fare e far esprimere attraverso il gioco. E’ importante evidenziare che dal gioco s’impara, che attraverso il gioco ci si esprime e, in un contesto come quello ospedaliero, il gioco assume un ruolo fondamentale per far sì che i degenti siano liberi di esprimersi. E’ importante sottolineare che il gioco deve essere “targettizzato per età” in considerazione del fatto che in pediatria sono ricoverati anche i ragazzi fino ai 18 anni e che gli stessi assumono un ruolo fondamentale, attivo e di “guida” nei confronti dei degenti più piccolini. Il ruolo dell’animatore deve essere quello di “far divertire, far fare, far esprimere”, di rendere il bambino e l’adolescente attivi ed espressivi, facendoli diventare i veri protagonisti della scena.  L’animatore opera preferibilmente in staff.

3. Aspetto

Il clown si presenta con un naso rosso, un nome proprio, dei vestiti bizzarri e, quando opera in contesto sanitario, con indosso un camice altrettanto bizzarro. È un personaggio non identificabile in un contesto quotidiano. Egli assume un aspetto “magico”.

L’animatore si presenta come una persona e non come un personaggio. Egli si presenta ai
bambini/adolescenti e alla famiglia degli stessi col suo vero nome e con i vestiti dell’associazione per la quale opera.

 4. Durata dell’intervento nei reparti di Pediatria

Il clown, di solito, fa interventi di breve/media durata poiché il suo intento è quello di mutare le emozioni rendendole positive e, per fare questo, opera secondo la cosiddetta “curva della felicità”, attraverso la quale, nel momento in cui nella stanza si raggiunge il picco massimo di positività, il clown esce di scena lasciando nella stanza un’atmosfera “magica”, lontana dalla routine ospedaliera.
Solitamente l’intervento del clown si svolge ovunque all’interno del reparto, purché egli abbia preventivamente chiesto al personale ospedaliero dove poter intervenire. Ad esempio può capitare che non possa entrare in alcune stanze, o che possa intervenire solo dopo un certo orario.

L’intervento dell’animatore ha una durata medio/lunga perché si coinvolgono i bambini e i ragazzi nella costruzione di oggetti, nella creazione di filastrocche, nel giocare insieme. L’intento dell’animatore è quello di far esprimere e di far fare delle attività strutturate ed educative, costruendo delle relazioni dinamiche tra i degenti e tra animatore stesso e degenti. L’attività dell’animatore si svolge in una sala adibita a gioco, ma nei casi di bambini e adolescenti allettati, previa autorizzazione da parte del personale medico-sanitario, l’animatore può anche fare il suo intervento nelle stanze.